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La parola dieta, un mondo tutto da scoprire

Nella Grecia classica la parola dieta indicava un modo di vivere volto alla salute, prevedeva regole che disciplinavano ogni aspetto della vita quotidiana: dall’alimentazione, all’esercizio fisico, al riposo. Non una terapia dimagrante straordinaria, ma un ordine da osservare con diligenza per aver cura costante della propria vita. Il cibo rivestiva un ruolo importante nel modo di pensare greco. John Wilkins osserva che nell’Odissea, per esempio, gli uomini buoni si distinguono dai cattivi e i Greci dagli stranieri, in parte per come e cosa mangiano. Erodoto identificava le persone spesso in base alla loro alimentazione. Insomma, il cibo non rappresentava solo una fonte di nutrimento ma stava a significare un importante aspetto della vita personale e sociale.

In uno stile di vita sano includevano alimenti che permettono di considerare i Greci veri precursori della dieta Mediterranea: “Contro la fame preparava un impasto di grani di papavero e di sesamo, di scorza di scilla lavata con cura fino a che non avesse perso il succo, e di steli fioriti di asfodelo, di foglie di malva, di farina di orzo e ceci, tutti ingredienti che univa in parti uguali con il miele proveniente dal monte Imetto. Contro la sete, mescolava semi di cetriolo, uva passa succosa senza gli acini, fiori di coriandro, semi di malva, portulaca, formaggio grattugiato, fiori di farina di grano, crema di latte, il tutto mescolato con del miele delle isole” Così scriveva Porfirio (III secolo) raccontando di come Pitagora si preparava a scendere nelle parti più segrete dei santuari per trascorrervi del tempo, consumando cibi che placassero la fame e la sete.

I Greci si nutrivano con prodotti caratteristici della propria terra come grano, vite e olive. Basata, soprattutto in età arcaica, su un’economia povera prettamente agricola, l’alimentazione di questi popoli prediligeva cereali (in particolare farro, miglio, grano e orzo) con cui venivano preparati pane, focacce, polente e dolci e i legumi (ceci, lenticchie, veccia, ecc…) usati per realizzare zuppe e minestre. Più che la carne, riservata soprattutto alle cerimonie religiose, la cucina dei greci antichi privilegiava l’utilizzo di vegetali, in particolare di piante spontanee: lattuga, asparagi, rape, cipolle, cardi, ma anche funghi, nonostante già in età arcaica fosse nota la tossicità di alcune specie.
Sembra, dunque, che i Greci conoscessero non solo l’importanza di uno stile di vita sano, ma che sapessero anche come attuarlo, attraverso una proto sviluppo di quella che sarà poi conosciuta come Dieta Mediterranea.