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STORIA

La Dieta Mediterranea

Il termine Dieta Mediterranea è stato coniato nel 1960 dal fisiologo americano Ancel Keys e da sua moglie Margaret nel loro libro How to Eat Well and Stay Well the Mediterranean Way. Essi identificarono le abitudini alimentali di paesi come la Grecia - in particolare Creta - e l'Italia meridionale, con estensione ad altre aree geografiche del bacino del Mediterraneo. In base ai loro studi pionieristici, i modelli alimentari di questi paesi erano associati alla longevità e a tassi ridotti di morbilità e mortalità per malattie coronariche, tumori e altre malattie croniche legate all’alimentazione della popolazione negli anni '60.

La Storia

E’ bene però non dimenticare il ruolo nella valorizzazione della Dieta Mediterranea da parte di due scienziati italiani, spesso poco menzionati che, alla pari del più conosciuto Ancel Keys hanno lavorato alacremente e con estrema professionalità per l’affermazione di questo regime alimentare: il prof. ALBERTO FIDANZA e il prof. FLAMINIO FIDANZA ai quali deve essere riconosciuta la “paternità italiana” dell’affermazione della dieta mediterranea, che, tuttavia, non è iniziata negli anni '60, ma decisamente prima, con lo sviluppo delle civiltà che si sono affacciate sul Mediterraneo.
Più che una dieta specifica, la dieta Mediterranea è essenzialmente lo stile alimentare dei paesi del Mediterraneo che hanno in comune l’uso dell’olio di oliva. Per questo motivo questa dieta è tipica essenzialmente di quelle regioni Mediterranee dove è diffusa l’arboricoltura dell’ulivo e l’olio di oliva rappresenta quindi la principale fonte di grassi della dieta.
Verso la fine dell’alto Medioevo, intorno all’anno 1000, lo stile alimentare dell’Europa e dell’area Mediterranea era essenzialmente riconducibile a due ben definiti modelli alimentari, derivati fondamentalmente da due modelli di civiltà: la civiltà “Classica” e quella “Barbarica”, due civiltà contrapposte che si erano a lungo combattute.
La civiltà “classica” Greco-Romana sorta ed evoluta nel bacino del Mediterraneo, assegnava un ruolo primario alla coltivazione dei cereali, soprattutto grano, ed alla arboricoltura, soprattutto l’ulivo e la vite, affiancati da una magra pastorizia, fondamentalmente di natura ovina e caprina.
La civiltà “barbarica” Celtico-Germanica, invece, originatasi e sviluppata nelle regioni centro orientali dell’Europa, per il suo stile di vita semi-nomadico aveva una economia essenzialmente silvo-pastorale basata fondamentalmente sullo sfruttamento delle aree incolte e delle foreste, da dove traevano sostentamento andando a caccia e pesca, e raccogliendo frutti del bosco, il tutto integrato da limitata pastorizia basata fondamentalmente sull’allevamento del maiale. In questo contesto “barbarico”, la coltivazione dei cereali aveva un ruolo del tutto marginale in quanto più che alla produzione di farina per farne pane, era invece destinato alla produzione di birra, la bevanda che in quelle popolazioni sostituiva il vino.
La Dieta Mediterranea, studiata da esimi scienziati, nel secolo scorso può essere considerata la naturale evoluzione della fusione di questi due antichi regimi alimentari.